Un tuffo per le nostre sarte nel mondo digitale grazie al progetto ADA Autoimprenditorialità e Digitale in Atelier di Irene ETS e Spazio 3R grazie ai fondi dell'Otto per Mille della Chiesa Valdese. In questa intervista Chiara Peri, docente del primo modulo, ci racconta di questa esperienza ricca di entusiasmo e risultati positivi.
Presentati, chi sei?
Mi chiamo Chiara Peri e insegno tecniche aziendali e informatica amministrativa nelle scuole superiori. Ho partecipato al progetto ADA Autoimprenditorialità come docente del primo modulo.
Che ruolo ha il digitale nella vita di oggi e perché applicarlo anche ad un laboratorio come spazio 3R?
Ho avuto, grazie al progetto, occasione di insegnare alle ragazze dello Spazio 3R l'uso del computer e del pacchetto office finalizzato alla gestione della contabilità e alla promozione dell'attività commerciale del loro laboratorio. In un periodo storico come questo in cui si parla già di quinta rivoluzione industriale, è importante per le piccole imprese, rimanere al passo con quello che definisco "l'alfabetizzazione digitale".
Non mi ha dunque stupito l'entusiasmo con cui tutte le ragazze hanno accolto gli argomenti che ho loro proposto.
Che legame c’è tra digitale e femminile?
Sono rimasta colpita dalla cura che ognuna ci ha messo nel voler apprendere il più possibile per diventare autonoma dal punto di vista digitale, come se fosse una cura che ognuna deve a se stesse per crescere come individuo, come donna.
Le lezioni sono dunque state molto spontanee perchè procedevano per risposte a loro curiose domande per lavorare meglio in laboratorio e non solo.
Il particolare periodo in cui il corso si è svolto ha visto un forte aumento dei casi di Covid19 e conseguenti momenti di quarantena che più di una di noi ha dovuto affrontare per se stessa o per accudire membri della propria famiglia. Questo ha condizionato le lezioni facendo leva sulla forte resilienza femminile di tutte noi, portando cioè un arricchimento nell'apprendimento nel digitale per la vita quotidiana. Abbiamo infatti svolto parte del corso da remoto e più di una partecipante ha migliorato le sue capacità tecniche per la didattica a distanza, a favore anche dei propri figli spesso costretti a seguire la scuola da casa in queste settimane.
Sono stata dunque, testimone di come noi donne accogliamo con entusiasmo, cura e creatività le possibilità tecniche di crescita per noi stesse e per il mondo che ci circonda. Nel momento in cui abbiamo nelle mani uno strumento, lo utilizziamo con gioia e profitto. Non a caso il nome del progetto è una dedica speciale. La matematica Ada Byron, che da il nome al corso, infatti, è ricordata come la programmatrice del primo computer al mondo, ma a me piace pensarla come la mente che ha dimostrato la creatività che l'essere umano può esprimere attraverso le macchine, cioè ha suggerito un modo di pensare ad algoritmi e istruzioni, che prevede un tipo di inventiva del tutto femminile.
Cosa ti ha più colpito delle lezioni con le sarte di spazio 3R?
Come dicevo, mi ha colpito molto la passione e l'intraprendenza che le ragazze hanno dimostrato durante il corso, ma più di tutto il fatto che abbiamo respirato lo stesso spirito creativo che caratterizzava l'operato di Ada Byron.
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