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Amelie, da Sciences Po a Spazio 3R

Per un mese, da metà maggio a metà giugno, Amelie ha svolto uno stage curriculare da noi in Spazio 3R nell'ambito dei suoi studi in Scienze Politiche a Parigi; un'esperienza immersiva nelle attività del laboratorio, dai corsi di formazione al primo temporary shop. In questa intervista ci racconta cosa l'ha portata a scegliere proprio Spazio 3R e come le nostre 3R siano strettamente connesse ai suoi studi.


Raccontaci come sei venuta in contatto con Spazio 3R e cosa ti ha portato a fare il tuo stage curriculare da noi...


Durante il mio percorso di studi a Sciences Po sono obbligatori degli stage che ci permettono di entrare in contatto con delle realtà che si occupano di temi che ci stanno a cuore. Essendo io al primo anno di studi all'estero, avevo il desiderio di tornare in Italia, in particolare a Milano dove sono nata e cresciuta con la mia famiglia. Tramite amici comuni ho conosciuto Spazio 3R e mi sono subito innamorata. I temi del "ricominciare" e del recupero dei tessuti ma anche di riscoperta delle proprie competenze partendo dal lavoro sartoriale sono a me molto cari.

 

Quali sono i punti di contatto tra Spazio 3R e i tuoi studi? Quali valori hai ritrovato?


Studiando Scienze Politiche si parla molto di interculturalità e integrazione, si discute molto delle problematiche attuali tra cui il cambiamento climatico e la diminuzione dello spreco. Spazio 3R riunisce in sè tutto questo, prestando attenzione alle persone (donne provenienti da più Paesi) e ai tessuti. In particolare sono stata colpita dai corsi di formazione gratuiti per donne in momentanea situazione di vulnerabilità, che rappresentano per me il cuore dell'associazione.

 

Raccontaci della tua esperienza al temporary shop. Cosa ti ha colpito di più? Cosa hai imparato?


Da metà maggio a metà giugno ho avuto l'opportunità di seguire da vicino il primo temporary shop di Spazio 3R in via Bezzecca 4 (dietro a Piazza V Giornate). È stato molto interessante vedere come le persone venivano a conoscenza dello spazio e cosa li colpiva di più arrivati all’interno. Alla domanda "cosa preferivano" la risposta era quasi sempre diversa l’una dall’altra anche se alla fine si è potuta individuare una gamma di prodotti preferiti. Questo mi ha fatto notare quanto soggettivo possa essere il bello e come ognuno reagisca diversamente di fronte allo stesso oggetto.

Anche organizzare e preparare gli eventi è stato molto interessante sia con la parte di comunicazione che all’interno del negozio stesso. Ho potuto vedere i vari step per arrivare alla realizzazione finale e capire quale fosse l’interesse comune di chi ci partecipava.

 

Cosa ti porti a casa da questa esperienza? In che modo pensi possa esserti utile per il tuo futuro di studi e professionale?


Sicuramente oltre che agli aspetti più pratici legati all'organizzazione del temporary, questa esperienza mi ha permesso di scoprire un ambiente che non conoscevo. Ho potuto conoscere moltissime persone che mi hanno insegnato qualcosa sia anche praticamente (vedi i corsi di sartoria a cui ho partecipato).

Mi sono resa conto di quanto possa essere complesso creare un’economia circolare in una città Milano, ma quanto questo sia necessario per lo spreco che viene ripetuto quotidianamente. Vedere l’intero processo da rimanenza di magazzino a accessorio o capo mi ha mostrato quanto l’impegno e la dedizione possano dare una nuova vita a ciò che altrimenti resterebbe inutilizzato.

Questo mi ha permesso di vedere un aspetto più pratico di quello che studio, è facile parlare di teoria attraverso la filosofia e l’economia però la messa in atto è sempre differente. Ci sono imprevisti e situazione che non avrei pensato potessero esserci e penso che quest’esperienza mi abbia offerto un quadro più completo della realtà.














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