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Bocconi summer school e il dialogo sulla sostenibilità

  • Immagine del redattore: Spazio 3R
    Spazio 3R
  • 28 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 ago

Una mattinata speciale in laboratorio con gli studenti e le studentesse della Summer School Bocconi in Fashion Management, Sustainability and Digitalization, diretta da Francesca Romana RInaldi. Oltre a discutere di sostenibilità, non è mancato un workshop insieme alle sarte di Spazio 3R…



Un’esperienza in laboratorio…


«Non abbiamo avuto paura di trasformare l’abito: lo abbiamo distrutto, tagliandolo e separandolo in parti. Abbiamo poi aggiunto dei fiori per rappresentare l’incontro tra le persone e la natura». Queste sono alcune delle parole di una studentessa durante la presentazione del lavoro svolto con le sue compagne. Nelle tre settimane di corso in Bocconi, giovani da tutto il mondo hanno avuto l’opportunità di scoprire le tante sfumature dell’industria della moda, alternando lezioni frontali a workshop: «il nostro obiettivo è quello di fornire una visione integrata e contemporanea del settore, mettendo in relazione teoria e pratica», racconta Francesca. Una delle esperienze è stata proprio a Spazio 3R, dove le studentesse hanno ragionato sul tema della sostenibilità e hanno realizzato un prodotto a partire dalle rimanenze di tessuto del nostro laboratorio o hanno sperimentato la tecnica dell’upcycling.




La sostenibilità come concetto con tante sfaccettature…


«Essere davvero sostenibili oggi significa innanzitutto essere trasparenti e coerenti. […] Abbiamo scelto Spazio 3R perché rappresenta un esempio concreto e virtuoso di economia circolare applicata alla moda», afferma Francesca. Il lavoro è partito proprio dalla riflessione sul concetto di sostenibilità e ogni partecipante ha scritto un pensiero relazionato a questo. Sono emerse parole ed emozioni contrastanti, dall’incertezza alla consapevolezza che servono azioni concrete. Da queste riflessioni, i gruppi di lavoro si sono messi all’opera per realizzare un prodotto.



Creatività, manualità e consapevolezza all’opera…


Con impegno e creatività, i lavori finali sono stati ammirevoli: un gruppo ha trasformato un semplice abito in un abbinato gonna – top, abbellendo i capi con bottoni o nostri; un altro ha personalizzato una vecchia maglietta; una bandiera che unisce l’idea di riciclo e recupero dei materiali con una visione di futuro è stata l’opera di cinque ragazze; mentre l’ultimo gruppo ha realizzato un top speciale con le rimanenze di tessuto. «L’obiettivo era duplice», afferma Francesca, «da un lato, far vivere un’esperienza immersiva che coniugasse creatività, manualità e riflessione critica; dall’altro, stimolare una nuova consapevolezza su cosa significa davvero dare una seconda vita ai capi, in un’ottica di design sostenibile e partecipato».

 

Lavori di squadra come questi sono stimolo per comprendere più a fondo quanto sia importante collaborare: i risultati finali erano tutti meravigliosi e ogni persona ha dato il proprio contributo. «I partecipanti hanno portato a casa non solo un capo rigenerato, ma soprattutto una nuova sensibilità verso il valore del lavoro artigianale e dell’upcycling», conclude Francesca.










 













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