Venerdì 13 settembre abbiamo accolto un evento presso la nostra sede in Ascanio Sforza sul Naviglio Pavese dal nome “Il potere trasformativo del processo creativo”, in collaborazione con Soleterre. Ecco come si è svolta la mattinata...
Da cosa nasce l'iniziativa?
L’iniziativa fa parte di un progetto europeo più ampio, dal titolo New Worlds: new paths for trafficked women’s reintegration through labour and personal development services; lo scopo è quello di proporre servizi gratuiti a donne con background migratorio e di tratta, con iniziative di inserimento sociale e lavorativo, e fornendo degli strumenti per l’autonomia. Ad esempio, come ha raccontato a inizio mattinata Roberta, una delle attività si chiama Taste of trade, e si tratta di brevi momenti formativi (dalle 9 alle 12 ore) per provare con mano alcuni mestieri. Un’altra iniziativa ha lo scopo di supportare nella stesura del CV, mettere a conoscenza le donne dei diritti e doveri delle lavoratrici e di come funziona il mercato del lavoro in Italia. Ci sono corsi intensivi di lingua italiana per entrare nell’ambiente lavorativo con più sicurezza e consulenti del lavoro che seguono la biografia delle singole partecipanti.
Come l'arte può essere terapeutica?
A seguito delle parole di Roberta, è intervenuto un rappresentante della Cooperativa Lotta. Lui ha presentato alcune iniziative svolte con soggetti migranti che avevano al centro l’arte. L’arte è infatti un potente mezzo di espressione e di comunicazione, e le attività avevano l’obiettivo di far avvicinare le donne all’ambiente estetico e dimostrare che “il bello” può risultare terapeutico. Alcuni progetti sono stati svolti all’interno del museo del Novecento e le interessate sono state invitate a osservare le opere e rinominarle; è stata un’occasione anche per far conoscere nuove parole italiane, ad esempio imparando i nomi degli oggetti presenti nei dipinti. Altre proposte hanno coinvolto la danza, il teatro e l’arteterapia.
L'attività proposta da Spazio 3R...
Una volta conclusi i momenti di presentazione, noi di Spazio 3R abbiamo proposto un’attività pratica: ogni donna ha creato il suo mandala su un cartoncino rotondo, lo ha dipinto con l’acrilico e ha lasciato lo stampo, prima su un piccolo pezzo di stoffa, poi su una tovaglia comune. Si è rivelato un lavoro quasi meditativo e tutte le partecipanti ne sono uscite sorprese dei risultati e molto contente. È stato curioso osservare l’unicità dei prodotti: ognuna ha costruito il proprio mandala seguendo i propri gusti, e anche nel momento della stampa, non si poteva prevedere il risultato finale perché dipendeva da quanto colore fosse stato messo.
A termine dell’attività, l’impresa sociale Vitality ha preparato un gustoso buffet di aperitivo.
In conclusione...
Ancora una volta, questo evento è stato un’occasione per dare l’opportunità a donne in situazione di vulnerabilità di sperimentare quanto il fare con le mani sia uno strumento per esprimersi; inoltre, è la dimostrazione che il lavoro di rete con altre realtà del territorio possa dare origine ad attività innovative.
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